Una vibrante sensazione di vivacità ,energia, vigoria negli ultimi dipinti di Alex Di Meglio. Fiori composti e ricomposti come un patchwork, una giustapposizione di pezzi di disegno e colori diversi “cuciti” insieme, che dà movimento alla tela . in divenire , una ricerca semi-surrealista .
Gina Affinito, pittrice e curatrice mostre, per Small is Better
Pittura come sognata, frammenti di immagini e incantesimi spettacolari, paesaggi materici e realistici. Si avvicenda sulla tela una miriade di stati d’animo dettati dalla fervida fantasia dell’artista. Colori e luci, fondamentale per suscitare interesse, magnificazione, serenità. Alexander Luigi Di Meglio si addentra in se stesso e produce una serie di lavori esteriori, che nascono dalla realtà e dall’immaginazione. Tra pennello e matita esprime il suo innovativo modo di percepire l’arte, creando opere semi astratte con colore su colore, pittura sopra pittura, incastri di materie di orditi; un espressionismo astratto. La sua opera si può far risalire ai pittori tedeschi della metà del secolo scorso, quali la stesura pittorica per piani, l’individuazione degli elementi geometrici in natura o l’attenzione ai volumi degli oggetti e al loro modo di interagire.
Seguo da molti anni la pittura di Alexander Luigi Di Meglio, continuando attraverso l’osservazione meditata dei suoi quadri si nota sempre un’esperienza formativa intensa, particolarmente espressiva. Credo che la ricerca inesauribile, mai completamente appagata, sia il tratto più rilevante della pittura di Di Meglio, tuttavia l’elemento che assume maggiore importanza è la sua capacità di coinvolgere l’osservatore, di avviare con lui un dialogo, un percorso in cui i colori si fanno espressione, e un mondo nuovo e diverso nasce dai suoi quadri, un mondo che non conosce la mediocrità del quotidiano e lo squallore meschino dei condizionamenti, un mondo che confonde per l’intensità emotiva che genera e, perdersi può significare rivivere, rinnovarsi nel miracolo che solo l’arte sa fare.
Antonietta Campilongo
Di Meglio Alexander Luigi. Opera ricca e complessa, artisticamente originale quanto prettamente ideativa. Ottima la resa di insieme, in un contesto fortemente convincente.
Prof. A.M. Barbagallo per Art Shopping for Christmas 2013
L’immaginario di Alexander L. Di Meglio taglia a spigoli la realtà. E non ha importanza se questo porta anche visivamente ad una geometrizzazione delle forme ritratte, o più sottilmente gli spigoli si formano idealmente per i tagli radenti di luce, per la successione di profili e volumi, per l’adiacenza dei piani prospettici e delle linee d’ombra. Fatto sta che la figura si scompone in frammenti, in confini lineari e netti, e solo il colore, solo la luce fondono ed amalgamano la visione. Solo la memoria comprende e decifra il caleidoscopico assemblarsi della percezione.
Dott. Francesco Giulio Farachi, studioso e critico dell’arte
Le opere più recenti di Alexander Luigi Di Meglio nascono da una ricerca formale geometrica di taglio costruttivista, organizzando le grandi superfici ed elaborando una sintesi degli elementi naturali. Nel percorso delle sue ultime opere si ritrovano due momenti fondamentali: da una parte la tecnica Cezanniana del paesaggio (vedi, Roma appunti di viaggio) dove la definizione di un elemento in uno spazio fittizio viene elisa, fusa con le forme contigue, ed il cui rapporto vive in uno spazio ipoteticamente misurato dalla profondità; dall’altra parte il gusto della costruzione, dettato certamente dagli studi di architettura, da cui discende un elaborato più geometrico, rigoroso, fatto di piani di luce, luce che attraversa gli elementi, come nel caso di “svegliarsi al mattino presto in piazza del Popolo” dove la luce simbolo di una dimensione metatemporale si irradia dalla facciata della porta, attraverso la stella dello stemma di Alessandro VII Chigi per diffondersi in tutta l’opera. L’artista crea atmosfere ricche di suggestioni riferimenti a modelli culturali diversi: impressionismo, costruttivismo e cubismo. In questo sito sono presentati vari momenti della sua evoluzione artistica, dalle nature morte, all’episodio naturalistico – psicologico delle papere, all’ultima produzione geometrizzante, un percorso di vita, da cui possiamo immaginare l’evoluzione futura, la vita che verrà. Tutto questo fa parte di una ricerca continua attraverso un tempo artistico i cui valori ed insegnamenti sono trasformati ed elaborati in un linguaggio originale e personalissimo.
Assunta Paravati, pittrice
Le opere paesaggistiche di Alexander Luigi Di Meglio propongono grandi spazi architettonici attraverso una traduzione sognata e felice di passati modelli pittorici, il cubismo e il costruttivismo. L’armonia dei tenui colori e delle linee geometriche donano profondità all’insieme, contrassegnando i piani di luce ed ombra. Nell’opera di Di Meglio l’aggressività cubista viene smorzata e si evidenzia il gusto dell’artista verso la costruzione. L’immediata sensazione di una dimensione solare ed allegra delle piazze romane permane nell’occhio dell’osservatore. Così nel suo “Roma appunti di viaggio – frammenti del foro romano” del 1998 la luce sembra filtrare dall’acqua del Tevere per irradiarsi tra i porticati dei templi, riflettersi sui vetri degli antichi edifici, giocare con le ombre sulle lontane cupole per essere infine catturata dal verde dei suoi parchi. Qui gli elementi fondamentali del paesaggio vengono esaltati, ma non imposti, rimanendo elementi di una grande corale superficie, dove tutto è essenziale. Il naturale ottimismo dell’artista, supportato dai suoi studi di architettura e dalle sue esperienze di vita negli Stati Uniti dove ha passato lunghe stagioni, rendono l’artista capace di suggestive e personali visioni di ambienti cittadini reali o sognati, i quali sembrano proporre una drastica alternativa ai malinconici sogni della metafisica.
Stefano Cosenz
Stefano Cosenz vive e lavora tra Nizza e Roma, dove collabora con Il messaggero e riviste di pittura ed arte
“La realtà come non l’avete mai vista” sembra essere la giusta didascalia alle opere di Alexander Di Meglio. Immergersi nella realtà di queste creazioni, significa abbandonare per un momento quel vocabolario di immagini e forme che costruisce il nostro vedere quotidiano, spezzare l’alfabeto dei ricordi. Immergersi significa cambiare il punto di vista delle cose, scorporare ogni elemento dalla struttura così da renderlo protagonista della scena. La fantasia e la migliore immaginazione prendono così campo libero nell’arte di Alexander: “la Roma storica” vista dallo scorcio di una statua è un labirinto di cubi sovrapposti, i paesaggi cambiano colore e prospettiva coinvolgendo lo spettatore in un gioco surreale ed emozionante, che lascia alla “ragione” il compito di ricomporre i “frammenti” di quelle nuove percezioni.
Enrica Fontanini